L’Abbé Amé Gorret (1836 – 1907)
Un gran cuore, una penna arguta a servizio d’una mente fine, un fisico grande e atletico, un portafoglio a rischio di vuoto metafisico, un po’ come il suo stomaco. Tutto questo e molto altro era don Amé Gorret, il Gran Gorret. Nasce il 25 ottobre 1836 a Valtournenche.
Era vicario a Cogne nel luglio 1865, quando si giocava la partita Italia-Inghilterra per la conquista del Cervino. Il Gran Gorret era stato tra i primissimi esploratori della Gran Becca, già nel 1857, e ora si trovava coinvolto nell’avventura per una passione diventata ossessione, ma pure per il legame con il canonico Carrel, e per un lungimirante intravedere sviluppi economici legati al turismo. Quando la spedizione di Jean-Antoine Carrel rientrò divisa e delusa, sopravanzata da Whymper, e ancora ignara della tragedia occorsa agli inglesi in discesa, fu proprio l’Abbé Gorret a offrirsi per primo a “riscattare l’onore del nostro paese” rifiutando per sé e per gli altri ogni compenso in denaro, e fu proprio lui, in piena coerenza cristiana, a sacrificarsi a pochi passi dalla vetta per permettere a Carrel e Bich di piantare il tricolore sulla cima, avendo dimostrato al mondo che il Cervino si poteva salire da Valtournenche, in modo forse più arduo ma anche più sicuro rispetto alla via svizzera. Era il 17 luglio 1865. Fu stimato tra gli alpinisti al punto da essere chiamato a presiedere il convegno del Club Alpino Italiano nel 1869 e a essere acclamato membro onorario del sodalizio. Ebbe invece il sospetto delle gerarchie ecclesiastiche, che lo percepivano di tendenze troppo liberali. Fu relegato nella rettoria di Saint-Jacques, in cima alla Valle d’Ayas, dove si vide invecchiare precocemente. Pesantemente minato nella salute, morì al Priorato di Saint-Pierre il 3 novembre 1907.
Sentier de l’Abbé Gorret (sentiero 63)
Il Sentier de l’Abbé Gorret è un itinerario ad anello che si snoda attorno alla Motta di Plété percorrendo antichi sentieri che anticamente conducevano ai pascoli alti.
Il percorso ha inizio dai 2320 metri dell’alpeggio di Cleva de la Seya e sale sulla Motta di Plété occidentale percorrendo il lato sud della montagna ; la sua cima, posizionata al centro della valle del Cervino a quota 2840 metri, si raggiunge attraversando delle gole di rara bellezza. La sua sommità è vasta e pianeggiante, la sua particolare ubicazione regala una visuale a 360 gradi … il Cervino a Nord, le Grandes Murailles e la Punta Cian a ovest, il fondo valle a sud con la Tersiva e il Gran Paradiso sullo sfondo e a est la Becca d’Aran, la Roisette e le dolci e bianche forme della Gobba di Rollin. Sembra di essere sospesi nel nulla, allargando le braccia e correndo tra le stelle alpine si abbraccia il mondo intero, la percezione del divino è intensa, questo luogo ricorda meglio di qualsiasi altro la figura forte e sensibile dell’Abbé Gorret. Una piccola casina costruita lassù da un discendente dell’Abbé conferisce al luogo un qualcosa di mistico e di magico. La discesa sul lato nord tra rocce e sfasciumi è impegnativa, raggiunti di nuovo i pendii erbosi all’altezza della Table di Gargantuà (un enorme lastrone di pietra su cui il gigante amava fare uno spuntino), si imbocca a sinistra un vallone selvaggio che, allargandosi progressivamente riporta a Cleva de la Seya.